lunedì 8 novembre 2010

OU!

Ragazzi... e questo blog??
Da un anno lo abbiamo abbandonato all'oblio...

venerdì 31 luglio 2009

ancora convinto di essere Dio?

Ancora convinto di essere Dio?
Maria ti ha appena detto che non t'ama,
che ti lascia e che non tornerà,
la mamma, scoperta della settimana,
vede un altro uomo oltre papà,
e mentre sei lì che ti chiedi -come fa?-
ti ritrovi sulle labbra un puttana.

Carletto? è partito militare,
avete aperto una bottiglia alla notizia,
ed oggi, giorno del suo funerale,
pretendi una targa che gli renda giustizia:
-Carlo Amoruso, tra i caduti d'oltremare,
sorpreso dai nemici nella pausa per pisciare-
Lascia stare amico mio... ancora convinto,
sempre sicuro di essere Dio?

***
A quel punto m'hai sorriso contento:
Amico, m'hai detto, è questione di tempo.


Gennaio-marzo 2009

martedì 24 marzo 2009

ridere

Sono otto e sempre uguali
i motivi per i quali si ride
Uno scienziato inglese ha identificato gli schemi che scatenano l'ilarità:
sono gli stessi in ogni luogo. per esempio, i tormentoni. O l'immarcescibile doppio senso
di SARA FICOCELLI

Sono otto e sempre uguali
i motivi per i quali si ride

NON IMPORTA da quale parte del mondo provieni né qual è il tuo grado di sensibilità. Si ride e si sorride sempre per i soliti otto motivi, da nord a sud del pianeta. Questo il risultato di una ricerca di Alastair Clarke, un teorico evoluzionista inglese che ha identificato gli otto schemi dell'ilarità.

Clarke è giunto a questa conclusione dopo aver studiato oltre 20mila situazioni comiche nel corso della Storia, dalle barzellette che si raccontavano nel XIV secolo fino agli sketch della moderna televisione. La sua ricerca ha preso in esame le fonti suddividendole in due grosse categorie, la prima comprendente tv, radio, libri, giornali, musica; insomma tutto ciò che può essere prodotto per scatenare ilarità, e la seconda le normali interazioni tra esseri umani (che spesso sono più divertenti di un film comico).

Ne è risultato che le tipologie del "sense of humour" calzano entro otto precise categorie, che niente hanno a che vedere con il grado di civilizzazione o culturale né con il nostro gusto personale. "Per quanto a molti possa sembrare assurdo - spiega lo studioso - questi pochi schemi sono l'unico vero stimolo che sta dietro le nostre risate. Poco importa, in realtà, il contenuto della sitcom che stiamo guardando o la storiella divertente che ci hanno raccontato. L'importante è che si presenti almeno uno di questi otto schemi mentali".

Le conclusioni del suo lavoro verranno presto pubblicate nel libro "The eight patterns of humour" (Gli otto modelli dell'umorismo). Secondo Clarke il cervello umano inconsciamente va a scovare questi schemi e quando li trova si auto-ricompensa dello sforzo con una bella risata. "A volte un singolo schema è la causa, ma può trattarsi anche della combinazione fra due o tre, riconosciuti simultaneamente. Teoricamente non c'è limite alle possibili combinazioni ed è per questo che ciascuno ride in modi e momenti diversi".

Ma vediamo esattamente di cosa si tratta. La maggior parte degli schemi indicati dallo scienziato inglese sono molto semplici e di comprensione immediata. Il primo della lista è quello della "ripetizione positiva", ovvero quella ripetizione continua di una frase, un gesto o un'intera scena che ritroviamo nel cabaret e che appartiene allo spettacolo fin dalle origini della commedia. In una parola, un tormentone.

C'è poi il meccanismo della "qualificazione", meno intuitivo del precedente, dove una parola familiare è detta in modo non altrettanto familiare (un esempio per tutti l'accento dell'ispettore Clouseau nel film "La pantera rosa"). Il terzo schema è quello della "ricontestualizzazione qualitativa", che si presenta quando qualcosa che conosci bene viene stravolto o ridicolizzato. In questo caso può trattarsi anche di una situazione scollegata dal mondo dello spettacolo, di vita quotidiana, come ad esempio il nuovo taglio di capelli di un amico che di colpo somiglia a un carciofo. Lo schema dell'"applicazione" è quello del doppio senso, vale a dire quando parole o intere frasi hanno un significato ambivalente.

Ci sono poi gli schemi della "fine", quando cioè è il pubblico a dover completare con la propria immaginazione il senso di una frase o di uno scenario, della "divisione", che si ha quando una situazione viene interrotta e ripresa da più persone, e dell'"opposizione", che include tutto ciò che è riconducibile all'ironia e al sarcasmo. Allo schema dell'opposizione è ad esempio riconducibile anche la distorsione che uno specchio dà delle immagini, proprio perché in questo caso si ha il riflesso di un'immagine che si "oppone" a se stessa in modo simmetrico ma per noi estraniante.

Infine, Clarke segnala lo schema della "scala" che si incontra quando prendiamo qualcosa e lo riproponiamo in dimensioni totalmente diverse. L'oggetto rimane lo stesso ma è appunto la scala dimensionale a cambiare, creando un disorientamento che stimola il nostro cervello.

Secondo gli studiosi questi schemi potrebbero aiutare sceneggiatori e cabarettisti a migliorare la qualità di film, spettacoli teatrali e sketch di improvvisazione. E magari anche la nostra vita privata, evitandoci l'imbarazzo di raccontare una barzelletta che, non rientrando in nessuno degli otto modelli, non farebbe ridere nessuno.

venerdì 20 febbraio 2009

Crittografia mnemonica

Mi piace molto e ve la propongo:

Declamato dinanzi una folla (5 1 3 6)

Buon Lavoro.
Paolo

martedì 13 gennaio 2009

AVVISO



Cari lettori e scrittori di questo blog patate, riso e cozze, vorrei avvisarvi che sul sito sognihorror.com sono stati editi due racconti: uno mio (ma firmato Abdul) e uno di Cristò, partecipanti al concorso "Buonanotte e sogni d'Horror".

Have a nice nightmare!

venerdì 9 gennaio 2009

bonaventura

Qui comincia l'avventura
del signor Bonaventura
che facendo la benzina
dalla pompa più vicina
con sua grande meraviglia
non riempie una bottiglia:
con cinque euro da pagare
non sa proprio come fare.
Lo stipendio deve usare
Solamente per viaggiare!

nella mente gli balena
di spezzare la catena,
e sul bus fare il tragitto,
gongolando. "sono un dritto".
Con biglietto o abbonamento
pagherà lo spostamento;
è sicuro il risparmiare
non c'è nulla da obiettare:
"Non inquino e non intaso",
del vantaggio s'é persuaso.
non più noia nel parcheggio,
litigare sempre peggio
per trovare un posticino
che all'ufficio sia vicino.

Ma dall'auto le persone,
certo quelle più cafone,
non rispettano i segnali,
e le strisce pedonali,
con le mani fanno gesti
ed intasano, molesti,
strisce gialle di corsie
marciapiedi,viali e vie.
guarda la televisione
e capisce le persone
che si fanno fuorviare
dalle cose da comprare
perchè sono straveloci
ma lo sanno che agli incroci
prima o poi devi frenare?
o bisogna sempre andare
sulle strade in riva al mare?
sulle strade di campagna
sulle strade di montagna
dove non c'è mai nessuno?
solamente su raiuno!

Guarda la televisione
E non trova la ragione
perché han fatto quella guerra
Nella parte della terra
di petrolio così piena.

far provare tanta pena
alle madri dei soldati,
ai paesi bombardati,
ai bambini senza casa
della terra appena invasa
da invasati che, bugiardi,
hanno speso dei miliardi
accusando una nazione
di covare un'aggressione
ai paesi occidentali
con delle armi micidiali.

Questa era una bugia,
tutti quanti tuttavia
han creduto fosse vera
dal giornale della sera.

spegne la televisione
e detesta l'aggressione.
poi comincia a ragionare:
per fermarla come fare?
iniziare dal rispetto
del vicino dirimpetto!

lo saluta e invita a cena
e ha creato una catena
di sorrisi e nuova gente:
soluzione divertente.
come premio avrà un milione
di amicizie di persone.

mercoledì 26 novembre 2008

Basta


Oggi, ancora una volta, ho i chiodi nella testa.
Si, ho un paio di chiodi che sono stati conficcati esattamente sul sopracciglio destro. Dall'alto verso il basso cosicché anche l'occhio in parte ne risenta.

Ahi!

martedì 23 settembre 2008

Quanta bellezza.

Il Gigante e il Mago
il nuovo video di Capossela.

Mamma mia che bellezza


giovedì 4 settembre 2008

Presentazioni

Una delle caratteristiche letterarie proprie dei blog è che si leggono al contrario. L'ordine naturale dell'informazione vuole le novità in prima pagina, la risposta prima della domanda, l'effetto prima della causa.
Stamattina ho ripercorso il blog a ritroso fino al primo post in cui mi chiedevo dove fossero tutti quanti. A distanza di otto mesi siamo un bel gruppo e questo mi fa un enorme piacere.

Questo post, oltre che a tirare le somme dei primi otto mesi di vita del blog serve a presentare un nuovo collaboratore che sono molto onorato di avere tra noi. Il suo nome è Francesco Marocco.

Francesco è un ottimo scrittore autore, tra le altre cose, di una raccolta di racconti edito per i tipi de "La Meridiana" intitolato "L'estate in cui il bari comprò Joao Paolo" (scheda unilibro). Chi tra noi ha militato in "SenzaEditore" ricorderà che la scrittura di Francesco è fresca, efficace e i suoi contenuti sempre sorprendenti.
Perciò non posso che essere contento che abbia accettato il nostro invito.


giovedì 14 agosto 2008

La pancia

Ero a casa di amici e fra un nulla e l'altro che accadeva, si è iniziato a parlare della monotonia e del'abitudine, di ciò che ogni giorno si ripete ...
mi guardavo intorno, un gatto sembrava impazzito, la mia lei annoiata, tutti in procinto di sbattere la testa al muro, quando i miei occhi sono finiti sulla pancia di Giuseppe, pancia appena nata e già piena...e così emozionato ho scritto

LA PANCIA

Si parla e si parla e così bastardi
i miei occhi si adagiano sulla sua pancia-
lei conserva e mantiene intatte
le abitudini di noi mosche sul giorno
io da buon anoressico
vomito

Nico