mercoledì 23 gennaio 2008

Tutte le cose di Cristina


Il liquido delle lenti, l’accappatoio, le pantofole di spugna, una quindicina di cd, due o tre libri, la chitarra, le mutande, le calze, la borsa di pelle, la sciarpa, la giacca di velluto…

Cristina era andata via per sempre senza sbattere la porta e non si era fatta sentire neanche per riprendere le sue cose.

…gli occhiali da sole, la tazza della colazione, la trousse per il trucco, due paia di scarpe (col tacco e senza), i pantaloni, la minigonna jeans, un mare di anellini e collanine, il deodorante al gelsomino, lo spazzolino…

Cristina aveva gridato che ero un buono a niente, che non mi amava più e che non ero capace neanche ad aprire le cozze.

…il pettine a denti larghi, le sigarette, l’accendino, la spazzola, la vestaglia, il pigiama, l’album di fotografie della prima comunione…

Cristina aveva deciso che avremmo mangiato linguine con le cozze. Io avevo comprato le cozze e le avevo portate a casa. Le avevo buttate nel lavandino e lei aveva detto di aprirle. E chi le sa aprire? Avevo risposto io. Lei mi aveva guardato con stupore. Sei un buono a niente, aveva gridato, non sei capace neanche di aprire le cozze. Qui devo fare tutto io.
Cristina era andata via per sempre senza sbattere la porta.

…il grembiule che usava per cucinare, i pastelli, le penne, tutti i suoi disegni, lo specchietto retrovisore della sua macchina ormai rottamata, il cuscino, il fermaglio a forma di farfalla che le fermava i capelli di lato quando voleva vestirsi da bambina dispettosa, la crema idratante effetto notte…

L’avevo inseguita giù per le scale fino al portone e poi per strada. Avevo gridato, Dai ci provo ad aprirle le cozze. Cristina non si era voltata. Nei suoi ricordi sarò per sempre quello che ha detto così per riconquistarla.

…la canotta verde per il mare, la playstation, le caramelle alla mela, le riviste di arredamento, il maglione azzurro, il portatovagliolo, i pinoli che sgranocchiava davanti alla televisione, il cappello di paglia, il pagliaccio profuma biancheria, il reggiseno di pizzo, il reggiseno giallo, il reggiseno nero, il reggiseno col ferretto, il reggiseno nuovo, la matita per gli occhi, il brucia essenze, la videocassetta di quando l’avevano intervistata a telenorba…

Ero tornato a casa ed avevo imparato ad aprire le cozze. C’era anche un coltello apposito, lo stesso che si usa per il parmigiano. Era suo anche quello. Avevo messo un po’ di olio nel tegame e acceso il fuoco.

…i ritagli di giornale, la radiosveglia, il latte di soia, i biscotti di crusca, gli assorbenti, l’orologio da polso, il coltello per le cozze, ciuffetto…

Cristina se ne era andata per sempre senza sbattere la porta e non aveva portato con sé neanche ciuffetto. Quando versai le cozze sgusciate nell’olio bollente lui scodinzolò… pappa in arrivo… ignaro che la padroncina ci aveva abbandonati.
Non siamo bravi a fare niente, gli dissi mentre gustavamo le linguine. Lui scodinzolò… ancora pappa… ma non fu accontentato. Da oggi si cambia vita. Tutti parleranno di noi e Cristina se ne accorgerà se siamo o no dei fannulloni.
Ciuffetto era un cucciolo e non fu difficile addestrarlo. Passammo ore ed ore sugli scogli e facemmo esercizio ma dopo meno di un anno Ciuffetto era l’unico cane da taratuffo al mondo. In un ora ne prendeva a decine. A volte rimaneva sott’acqua così a lungo da fare spavento. Comparimmo insieme sulla prima pagina di Amico Cane. Sotto la nostra foto c’era scritto Il cane che caccia i limoni di mare… è così che il resto mondo chiama quelli che a Bari sono semplicemente i taratuffi. Io fui nominato addestratore dell’anno dall’associazione nazionale addestratori e Ciuffetto ebbe in regalo un gigantesco osso e un collare di lusso.
Quando fummo invitati in televisione ci sperai davvero ma Cristina era andata via per sempre senza sbattere la porta ed aveva lasciato tutto, soprattutto me.

Cristò

7 commenti:

william ha detto...

al contempo biografico e onirico,
alla fellini
comunque se ha lasciato tutta quella roba prima o poi torna.
ti abbraccio.
willy

Anonimo ha detto...

Il tuo racconto si tocca con le mani, si vedono i colori, si avvertono gli odori, si sentono i rumori della porta che sbatte, dell'olio che sfrigola, di Ciuffetto che si tuffa in mare, del suo padrone che lo chiama. E' un racconto che dà di casa, di cose conosciute, amate, quotidiane...ma che poi si immerge in profondità.Bello davvero.

Cristò ha detto...

grazie

Michele ha detto...

Maestro...

Michele ha detto...

Pero sono invidioso. A te vanno sempre i commenti piu belli, a me neanche quelli brutti.

Anonimo ha detto...

davvero carino.

mi sono divertita molto.

Anonimo ha detto...

davvero carino.

mi sono divertita molto.