venerdì 20 giugno 2008

Era Novembre quando cominciò


Era Novembre quando cominciò.
La vita in questo stanco mondo andava avanti come al solito, la gente si spintonava, si aggrediva, si umiliava per arrivare. Dove, ancora nessuno lo sapeva. O nessuno se ne curava.
D’un tratto, proprio quando erano tutti presi a maledire l’arrivo del freddo e delle piogge autunnali, qualcuno lo notò.
Si fermarono tutti, le orecchie tese, lo sguardo inquieto che balenava da un viso all’altro. Nessuno sapeva dire da quanto tempo ci fosse, come nessuno poteva dire di averlo sentito cominciare. A poco a poco tutti iniziarono a passarsi la voce. Da un angolo della terra all’altro, la gente si telefonava. In meno di una giornata i notiziari cominciarono a spargere le loro sciocche ipotesi, e fu il panico.
Ovunque nel globo, non c’era via di scampo. Le montagne risuonavano sorde come megalitiche corde di basso. Gli abissi ribollivano scossi da onde a bassa frequenza. Uccelli, bestiame, cani e gatti cominciarono a impazzire. A volte si lasciavano morire di fame, altre attaccavano le persone e i loro simili senza motivo.
L’Uomo non si comportò meglio, come al solito.
Da ogni parte le sette millenariste sembravano uscire dai loro nascondigli animate da una nuova folle spavalderia. Gli occhi lucidi come quelli delle vacche al macello, cominciarono a salmodiare i loro messaggi odiosi e terrificanti. Dovunque si tendessero le orecchie, la frase era sempre la stessa.
La Fine è giunta.
L’Ira di Dio, o chi per lui, si stava per abbattere sul mondo, piccola scoria meschina del creato.
La consapevolezza di essere alla fine condusse gli uomini alla pazzia. Mentre scienziati e fisici tentavano dalle platee televisive di accampare scuse pseudoscientifiche e consolatorie. Una risonanza dei campi elettromagnetici dei corpi celesti, una fascia di onde sonore impazzite, un’eco del Big Bang rimbalzata nel Vuoto muto dell’universo, alla ricerca di uno sfogo, di una falla nella legge della dinamica del suono.
Ma nessuno diede loro ascolto.
Passò poco tempo, e le radio e i televisori cominciarono a non funzionare. Dopo una settimana il suono era così potente e continuo che ogni vetro sulla terra esplose in schegge minuscole.
I governi collassarono, le società implosero.
Nulla ebbe più senso, l’isteria prese il posto del senso civico.
Un’orgia di sangue globale diede il benvenuto al nuovo padrone del mondo: Caos.
La popolazione mondiale fu falcidiata dai suoi stessi componenti, piccole pazze creature sanguinarie incapaci di reprimere i loro più osceni istinti.
Se mai fossero esistiti gli Dei degli uomini, in quei giorni distolsero lo sguardo inorriditi.
Al trascorrere del primo mese, i timpani degli esseri umani cominciarono a saltare. Ogni singolo uomo o donna lacerò l’aria con le sue grida di agonia mentre il sangue ruscellava dalle orecchie.
Nel giro di un’altra settimana, tutti i sopravvissuti furono sordi.
Presero a vagare tra le macerie del mondo, un mondo che fino a poche settimane prima era stendardo della loro grandezza, vessillo di una civiltà talmente avanzata da essersi quasi doppiata. La paranoia prese il posto dell’aggressività, nessuno si fidava più di niente e di nessuno. Ogni ombra poteva essere un altro assassino, qualsiasi rumore ormai, dal più potente frastuono al sottile fruscio di un felino, non si distingueva dal silenzio. Chiunque poteva strisciare alle spalle e piantare una lama lurida tra le scapole di un suo fratello.
Annebbiati dalla paura non riconobbero più tra loro gli amici, i fratelli, i compagni, ma solo i predatori.
Lentamente, come pecore sorde, i deboli furono immolati sull’immenso altare della pazzia e della disperazione.
La Terra fu così svuotata del novanta percento della sua popolazione.
I pochi viventi si trascinarono lenti e barcollanti verso una misera esistenza di automi perversi e dementi. Ovunque risuonavano i bassi lamenti gutturali dei morenti, o le tristi voci degli spiriti. Un mantra agghiacciante, un lungo, infinito gemito di morte.
Nessuno poté mai capire cosa fosse accaduto, nessuno seppe mai la verità.
Il Ronzio cessò dopo quasi sei mesi, giunto ad una tale potenza da spaccare in due le montagne.
Ma anche di questo, nessuno si accorse mai.

1 commento:

Cristò ha detto...

Sono convinto anche io che sarà un suono, una vibrazione... una di quelle che senti prima nella pancia. Mi piace che tutto rimanga inspiegato. L'effetto e non la causa.

Il millenarismo affascina sempre e questa descrizione è molto efficace.

Forse è proprio questo che sai fare veramente bene Lillino... coltiva la tua scrittura che è già una bella pianta rigogliosa.